Sono 4000 le tonnellate di amianto riscontrate in fabbrica in base all’ultimo censimento che risale a diversi anni fa ad opera del commissario straordinario Enrico Bondi, ma sulla base di successivi ritrovamenti in diverse zone dello stabilimento siderurgico, non ufficializzati, e quindi in seguito ai quali la sostanza ritrovata non è stata comunque incapsulata e messa in sicurezza, l’Usb continua a denunciare la presenza di agenti cancerogeni e quindi l’esposizione dei lavoratori al rischio di contrarre malattie correlate alla inevitabile inalazione delle sostanze altamente nocive. L’odierno esposto in Procura relativo al Reparto Treno Lamiere è solo l’ultimo di una lunga lista di denunce presentate dall’Usb di Taranto.
La questione sicurezza va messa in cima alla lista delle priorità, tanto che l’Usb da tempo ribadisce l’esigenza di riconoscere l’esposizione a lavoro usurante anche successivamente all’ultimo censimento delle sostanze in questione. Usb ha finanche inserito questo passaggio nella piattaforma presentata al precedente Governo.
Di seguito l’esposto presentato alle ore 12.00 di oggi da Alessandro D’Amone Esecutivo Usb Taranto
Presso il reparto Treno Lamiere dello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia Taranto, sono presenti numero 3 forni di preriscaldo delle bramme da lavorare successivamente. Nel mese di giugno del 2017, per puro caso, mentre una ditta appaltatrice effettuava dei lavori di rifacimento del refrattario all’interno
del forno n°2, rinveniva AMIANTO al suo interno. La presenza di questo materiale contenente AMIANTO non era censita nelle mappe di segnalazione di presenza AMIANTO dello stabilimento siderurgico.
Questa condizione fa pensare, e così si evince dalle analisi dei materiali allegati, che anche nel forno n°1 e nel forno n°3, sia presente amianto, finora non censito nelle mappe di presenza amianto.
FORNO 1
Il forno 1 è oramai fuori servizio dai primi anni 80, ed è recintato da rete metallica, nelle sue parti refrattarie e cementizie risulta sgombro, ma tutte le strutture metalliche sulle quali era fissato il materiale refrattario contenente amianto sono ancora in loco, con presenza sparsa di materiali ed una massiccia presenza di polveri, come si vede dalle analisi allegate contenente amianto. Questo luogo non è accessibile ma non per questo soggetto ad essere esposto ad eventi meteorologici, quali vento e pioggia che posso diffondere gli inquinanti sui posti di lavoro direttamente vicini al forno 1, o al passaggio pedonale nelle strette vicinanze.
Il materiale contenente amianto non è presente solo nella parte refrattaria dei forni ma anche con le guarnizioni presenti nelle tubazioni, e dato che al solo forno 1 se ne contano più di 260 e la maggior parte delle quali esposte alla luce del sole..
FORNO 2
Il forno n°2 è attualmente in funzione, quindi accessibile a tutte le sue componenti. Qui il materiale contenente amianto è presente tra le carpenterie metalliche e uno strato dello stesso, come è accaduto altre volte può staccarsi rompendosi a causa delle alte temperature e pressioni presenti nello stesso forno, disperdendosi nelle zone limitrofe anche dai camini di evacuazione fumi, disperdendosi in tutta l’area circostante.
FORNO 3
Il forno n°3 è allo stato attuale fermo. Più o meno dall’anno 2003, ha subito un completo rifacimento per cambio di tecnologia. In quella fase, sia il materiale refrattario contenente amianto che quello contenuto nelle guarnizioni è stato disperso, perché non essendo a conoscenza della sua presenza (avvenuta solo nel 2017) tutto il personale operante potrebbe essere stato interessato ed aver prestato l’attività lavorativa, vicino a materiale contenente amianto.
Si presume, che nella fase di installazione degli stessi, il costruttore abbia informato i proprietari pro-tempore degli impianti, della presenza di amianto, e di aver fornito tutti i documenti con queste indicazioni. Ci stupisce il fatto che solo nel 2017 ci si sia resi conto della presenza di amianto in tali reparti. La cosa è venuta alla luce in maniera del tutto fortuita, non proteggendo i lavoratori fino al 2017 secondo la legge vigente in materia di tutela dall’esposizione a materiali cosiddetti KILLER che nella storia d’Italia ha fatto tante vittime per le famigerate malattie collegate alla respirazione di
anche una sola fibra.
CAPITOLO ALTRI INQUINANTI CANCEROGENI PRESENTI AI FORNI
Per tutta la superficie dei 3 forni, si stendono numerose tubazioni coibentate perché sono rivestite da materiale coibentante risalente all’epoca della loro costruzione e si può parlare di fibre minerali oggi definite cancerogene, ricoperte da strutture metalliche, atte a contenere la fuoriuscita delle stesse fibre. Queste strutture contenitive, sono in più parti divelte, usurate, oramai in più parti non garantiscono più il contenimento delle fibre ed in più parti sono addirittura visibili ad occhio nudo.
Altre fibre di nuova generazione invece, vengono utilizzate nei rifacimenti refrattari,nei due forni esercenti, cioè il n°2 ed il n°3, queste fibre sono presenti nella volta del forno, e nelle parti laterali, se pur di nuova generazione è dimostrato da diversi studi , che a contatto con le alte temperature come quelle che si sviluppano nei forni in questione, diventano paragonabili per composizione ad Amianto, quindi pericolose per i lavoratori che operano nelle vicinanze.
Per concludere, si chiede di ripercorrere le tappe dalla costruzione dei forni fino ad oggi e cercare di ricostruire tutte quelle azioni che si sarebbero potute compiere al fine di mettere in sicurezza
i luoghi sopra descritti e non esporre al rischio di inalare fibre di amianto ed altri cancerogeni ai lavoratori dei reparti in questione, di intervenire bonificando e rimuovendo ogni frammento di amianto o altro materiale cancerogeno presente in zona per tutelare da subito la salute dei lavoratori dei reparti in oggetto.
Sicuri di un vostro interessamento e celere intervento sui fatti sopra indicati, resto a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento.

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