System House. Aumenta il giro d’affari, ma la RTI non prevede né redistribuzione degli utili, né stabilizzazione del reddito
Dopo oltre un anno di remotizzazione, non c’è alcuna traccia di confronto con la RTI sul riconoscimento delle spese sostenute dalle lavoratrici e dai lavoratori per garantire la continuità produttiva, come se lo smart working semplificato (che resterà in vigore fino al 31 dicembre di quest’anno) fosse un favore di cui rendere grazie e non anche un potente mezzo di riorganizzazione dell’attività produttiva, da cui le aziende hanno tratto enormi vantaggi economici. Anche su questo tema infatti, a dispetto degli annunci, la RTI prende tempo, mentre i lavoratori continuano a mettere in campo proprie risorse economiche e strumentali, per consentire una crescita aziendale che non viene redistribuita in nessun modo.
Se da un lato infatti, System House acquisisce nuovi appalti (SEN a febbraio scorso), incrementando il proprio fatturato e volume di attività, e si candida con una propria offerta depositata presso il Tribunale di Roma a rilevare l’intero Gruppo Abramo (che conta decine di commesse e migliaia di lavoratori), dall’altro i suoi dipendenti continuano da un anno a farsi carico dell’aumento dei costi di connessione elettrica, riscaldamento, climatizzazione, internet e servizi dovuto al lavoro da casa, senza alcun rimborso aziendale. Inoltre, nonostante questo quadro di evidente espansione aziendale, la trattativa sul premio di risultato 2021, più volte annunciata da System House, non è mai stata avviata, privando le lavoratrici e i lavoratori di qualunque strumento di redistribuzione dei risultati economici conseguiti. A ciò si aggiunga che l’EGR 2020 (260 Euro da riconoscere in mancanza del premio di risultato, il cui pagamento era previsto con la retribuzione di Aprile 2021) non è stato erogato, probabilmente a causa del ricorso alle poche settimane di FIS Covid-19 dello scorso anno, utilizzate per portare a termine quella remotizzazione che ha consentito a
tutto il settore di non conoscere alcuna battuta d’arresto durante la pandemia.
Si pensi ancora alle 4000 ore mensili di lavoro supplementare erogate negli ultimi 15 mesi sul solo sito di Taranto e al rifiuto aziendale di avviare, a fronte della strutturalità di questo dato, un vero confrontosindacale sul consolidamento orario delle decine di contratti part-time al 50% che riconosca stabilità alle lavoratrici e ai lavoratori sul piano del reddito e delle esigenze di vita, sottraendoli al giogo della competizione e del clientelismo. Insomma, nell’ottica di System House, la pandemia rappresenta l’alibi perfetto attraverso il quale realizzare unilateralmente una riorganizzazione dei processi che le garantisca proficui vantaggi e, nel contempo, l’altare sul quale sacrificare qualsiasi ipotesi di redistribuzione e di stabilità del reddito avanzata dalle lavoratrici e dai lavoratori.
Francesco Marchese Usb TLC