Ennesimo incontro in cui a parlare è solo l’azienda e in cui non viene lasciato nessuno spazio alla possibilità di confrontarsi sui contenuti. Iniziato alle 11.30, terminato intorno alle 13.00. Nell’incontro con i sindacati il Responsabile delle Risorse Umane di Arcelor Mittal, Francesco Zimbaro, ha comunicato l’avvio di nuova cassa integrazione causa Covid per 13 settimane per 3.500 unità, con una previsione di produzione di ghisa che si aggira sulle 16.000 tonnellate al giorno.

Si riparte dunque, tranne qualche reparto ancora fermo (Treni Lamiere, Treno Nastri 1, 70% Laminatoio a freddo, 70% Finitura Nastri), con una attività all’interno dello stabilimento quasi a regime, senza che siano stati fatti interventi di manutenzione mirati a ristabilire condizione di sicurezza tali da garantire un ambiente di lavoro meno
precario.

A fronte delle ultime dichiarazioni dell’ ad di Arcelor Mittal che parla di un’azienda in salute e di un mercato dell’acciaio vivace, ci aspettavamo dall’incontro odierno un segnale distensivo, quindi quasi un azzeramento dei numeri di cassa integrazione. Ci ritroviamo invece di fronte agli stessi atteggiamenti e la stessa mancanza di
prospettiva.

Di fronte a tutto ciò, Usb rimanda al mittente la richiesta di ulteriore cassa integrazione e chiede al Governo un incontro urgente al fine di sbloccare una situazione che va avanti da troppo tempo e che scarica sui lavoratori le responsabilità di una gestione priva di alcuna logica condivisibile. Si apra dunque una vera trattativa per mettere al centro gli interessi delle persone: la questione ambientale, la cassa integrazione, la deregulation dell’appalto.

Alessandro D’Amone Coordinamento esecutivo Usb Taranto

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