Chiude l’UTIN di Taranto, di nuovo. A distanza di meno di un anno dal precedente episodio, mancano ancora soluzioni strutturali.

Benché ad oggi non vi siano notizie ufficiali, l’UTIN (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto è di fatto e di nuovo chiusa, come dimostrano i trasferimenti avvenuti in questi giorni presso altre strutture sanitarie di tre donne in procinto di partorire d’urgenza.

A distanza di meno di un anno dalla prima scongiurata chiusura, prendiamo atto che non è stato fatto nulla per evitare che ciò accadesse nuovamente, né sono state individuate soluzioni strutturali per fronteggiare le gravi criticità di organico che mettono a rischio l’intero punto nascita dell’ospedale tarantino, a dispetto degli impegni annunciati dai vertici regionali e dell’ASL di Taranto.

Ancora oggi, in reparto ci sono infatti solo quattro medici, impegnati finora a gestire affannosamente, oltre alla patologia e al nido, anche l’unità di terapia intensiva, per garantire ai neonati di Taranto le cure essenziali alla sopravvivenza. Una situazione insostenibile che ha decretato l’ennesima chiusura di fatto dell’UTIN e l’ennesimo trasferimento di tre partorienti in pochi giorni, privando i cittadini di Taranto di un diritto fondamentale, nel silenzio e nell’indifferenza delle istituzioni.

L’emergenza sanitaria conseguente all’epidemia da Covid-19 ha mostrato potentemente e una volta di più la necessità irrinunciabile di un servizio sanitario pubblico, universale e territoriale, tanto più in una città come Taranto, già devastata dal danno sanitario e ambientale causato dalla presenza della grande industria inquinante.

Di fronte a questo scenario, non c’è tempo per altri annunci: Regione Puglia e ASL Taranto diano seguito agli impegni di un anno fa, incrementando gli organici con personale medico e sanitario, riattivando l’UTIN e individuando senza altri indugi soluzioni strutturali per affrontare la situazione di collasso in cui versano anche il Pronto Soccorso, il 118 e molti altri reparti dell’ospedale tarantino.

L’USB si schiera al fianco dei cittadini e dei lavoratori della sanità (molti dei quali ancora precari), vittime di scelte ideologiche e affaristiche che per decenni hanno impoverito il sistema sanitario, favorendo il profitto di pochi a danno del bene comune e non esiterà a mettere in campo tutte le sue forze in difesa della salute pubblica.

Taranto, 24.07.2021

Francesco Marchese, coordinamento provinciale USB Taranto

Simona Laliscia, RSA USB Taranto

 

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