Lo scorso mese alcune caregivers hanno lanciato un disperato appello ai media, denunciando la totale inefficienza del servizio sanitario dedicato agli 048 che, con esenzione, devono sottoporsi alle analisi il giorno precedente al trattamento oncologico. Le stesse avevano più volte segnalato le loro difficoltà ai responsabili della struttura sanitaria. Sono seguite risposte formali che non hanno risolto il problema. I loro parenti devono effettuare prelievi il giorno prima del trattamento chemio e ricevere le relative analisi il giorno seguente e per questo sono costrette a rivolgersi a strutture private che emettono un referto entro 24 ore, ma dopo la prima settimana di ogni mese hanno terminato il budget regionale a loro disposizione e le agende prenotazioni sono aperte solo per i mesi successivi; di conseguenza sono loro a sostenere i costi di queste analisi ogni 7/14 giorni, oltre al tempo che dedicano, e sottraggono al loro lavoro, per reperire periodicamente le strutture private.

Per molti pazienti 048 incombe l’impossibilità materiale di recarsi presso l’ospedale senza assumere antidolorifici che, tra l’altro, sono incompatibili con le analisi da effettuare perché possono compromettere e falsare i risultati; e comunque presso la struttura ospedaliera i tempi di attesa del referto sono di circa 2/3 giorni e non di 24 ore. Dopo la loro denuncia, a cui sono seguite diverse interviste che abbiamo visto nei telegiornali locali, la struttura sanitaria ha contattato queste persone a cui ha fatto eseguire prelievi a domicilio come “eccezione”, così è stato detto alle caregivers senza pensare che questo metodo avrebbe umiliato ancora di più chi soccombe di fronte a questi disservizi. Una “eccezione”, infatti, che non è servita a nulla perché abbiamo personalmente contattato le caregivers e queste ci hanno riferito che, nonostante il prelievo a domicilio, il referto non viene caricato nel fascicolo elettronico nei tempi richiesti che devono precedere il trattamento, come già detto 24 ore. Alle stesse era stato detto che, anche se non previsto, il ritiro del referto poteva avvenire presso il distretto unico, cosa che poi non è accaduta.

La ciliegina su questa disastrosa torta è il sostegno psicologico messo dal sistema sanitario a disposizione di queste famiglie: a dire delle caregivers totalmente assente e inefficiente. E’ impensabile che si pretenda che un paziente 048, che non riesce a recarsi nella struttura ospedaliera per le analisi, debba anche spostarsi per una consulenza psicologica. L’ultimo episodio solo pochi giorni fa: la caregiver deve comunicare una notizia delicata alla madre, paziente 048, prende appuntamento telefonico con la psicologa che, all’orario da lei stessa fissato, chiude il telefono in faccia alla paziente per ben tre volte.

Per risolvere questo disservizio bisogna agire immediatamente sui budget delle strutture convenzionate affinché aprano una corsia preferenziale ai servizi da erogare agli 048, inoltre va strutturato un servizio efficiente domiciliare che non sia una “eccezione” per chi denuncia un disservizio ma la prassi per l’intera utenza 048 impossibilitata a muoversi dal proprio domicilio. Su questi temi dovrà risponderci il direttore della Asl Rossi affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità circa questi episodi da narrazione terzomondista. Chi crea danno all’utenza, invece di fornire l’adeguata assistenza sanitaria, deve mettersi da parte immediatamente al fine di ripristinare un equilibrio di giustizia sociale e sanitaria per restituire una vita dignitosa agli ammalati.

Francesco Rizzo, coordinatore USB Taranto. Simona Laliscia e Margherita Sperti, RSA

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