Terminato pochi minuti prima delle 11 l’incontro tra sindacati e azienda. Oggetto: la cassa integrazione. Termina lunedì il periodo in cui si è fatto ricorso all’ammortizzatore sociale causa Covid e inizia quello della cassa integrazione ordinaria, della quale l’azienda intende continuare ad usufruire. Un atteggiamento ancora una volta incomprensibile e quindi inaccettabile se si pensa che tutti gli impianti, tranne Treno Nastri 1 e Tubificio (dei quali si sa molto poco), sono in marcia. Alla luce di questo, ci saremmo aspettati l’azzeramento della cassa integrazione per tutti e l’utilizzo delle poche decine di lavoratori dei due reparti fermi tra tutti gli altri in attività. Non comprendiamo come sia possibile ammettere il ricorso agli ammortizzatori sociali, quando la fabbrica è in piena attività, contravvenendo alle regole previste. Va ribadito inoltre che si lavora e si produce con poche unità e attrezzature e mezzi in condizioni disastrose, certamente non sicure. Solo per miracolo non si verificano infortuni mortali. Ennesima mano tesa da parte dei sindacati confederali (Uilm e Fiom tranne la Fim) nei confronti dell’azienda, la quale ha risposto con un no secco alla richiesta degli stessi di integrazione e con un improbabile “vedremo” alla rotazione, da valutare quindi solo a cassa integrazione avviata. Fiom e Uilm hanno inoltre chiesto di riavviare i corsi di formazione “dimenticando” che vengono finanziati sempre con risorse pubbliche, non certamente messe a disposizione dal privato.
USB ritiene si tratti dell’ennesimo incontro vuoto di contenuti e privo di qualunque volontà di risolvere. Attendiamo l’incontro romano del 28 settembre e, nel caso in cui dovessero risultare ancora così evidenti le intenzioni di fare profitto sulle spalle dei lavoratori, programmerà azioni incisive di protesta.
Coordinamento provinciale USB Taranto