Il 26 Novembre scorso sul sito istituzionale delle Ferrovie Appulo Lucane è stato pubblicato l’avviso di selezione per la ricerca del Direttore Generale: un primo passo nella direzione del cambiamento e della discontinuità, in definitiva rottura con le attuali modalità gestionali che hanno guidato le FAL negli ultimi dieci anni.
Non nascondiamo però, alcune riserve in merito al bando che ci risulta un po’ troppo “esclusivo” per alcuni requisiti richiesti ed un po’ carente nella previsione di determinate competenze oramai fondamentali al giorno d’oggi, come la conoscenza della lingua inglese.
È richiesta, ed esempio, un’esperienza pregressa quinquennale alla guida di aziende di trasporto pubblico ferroviario e di infrastruttura ferroviaria con almeno di 250 dipendenti, quando l’attuale Direttore Generale, nonché ex Presidente del CdA delle FAL, al conferimento degli attuali incarichi di vertice vantava competenze pregresse come “Componente Comitato Direttivo ANCI Puglia”, “Responsabile Merchandising per i XIII Giochi del Mediterraneo” e sub-agente assicurativo.
Non comprendiamo il limite d’età dei 60 anni che nel bando è giustificato come necessario per far fronte ai nuovi piani di investimento, quando è il CdA che dovrebbe improntare continuità nella visione e nello sviluppo di un’azienda.
Come non condividiamo sia il trattamento economico previsto, fissato a 140.000 € annui oltre la retribuzione incentivante (MBO) a fronte degli attuali 120.000 € annui oltre MBO, sia la scelta di affidare tale incarico a tempo indeterminato, in tal modo “costringendo” un’azienda pubblica come la FAL, e quindi il Ministero dei Trasporti in qualità di socio unico, a legarsi a vita ad una figura di vertice che dovrebbe ragionare su obiettivi e sulla mission che il socio di volta in volta andrà ad identificare.
Ma nonostante le nostre perplessità, siamo fiduciosi che tutto questo sia sintomatico di un reale cambio di passo nell’ottica del rilancio vero dei servizi, che anteponga i fatti alle campagne mediatiche ed alle promesse non mantenute, che rimetta al centro l’utenza e la tutela del Diritto alla Mobilità, che sia determinante nella risoluzione delle annose criticità infrastrutturali di Puglia e Basilicata e degli attuali tempi di percorrenza disumani che dividono i due territori anziché unirli, che sia predisposto al dialogo ed al confronto vero nella gestione dei conflitti e delle molteplici vertenze sindacali in essere anziché ergere il muro del retropensiero e del pregiudizio.