Da una parte Acciaierie d’Italia comunica la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 3.500 unità lavorative, dall’altra i Confederali  comunicano in fabbrica, con un atteggiamento  che sembrerebbe occultare la verità, la ripartenza di impianti con conseguente rientro di lavoratori. Delle due l’una: o si riducono i lavoratori in attività, oppure si riavvia il meccanismo e quindi si ripopola lo stabilimento. Dov’è la verità? Alla luce delle dichiarazioni dei sindacati confederali, ci domandiamo poi: come si pensa di ripartire, se nessun intervento manutentivo è stato fatto, e non è neanche in programma? Gli impianti sono vetusti, la sicurezza sul lavoro è lasciata al caso e intanto non migliora più di tanto la situazione ambientale e sanitaria. Cosa si dirà quando ci sarà da raccontare ancora un grave incidente in fabbrica?

A noi non basta che si riparta; si deve ricominciare ma nel rispetto delle misure di sicurezza. Chiediamo dunque che si apra un tavolo di discussione attorno ai moltissimi temi, e che si lavori nella direzione di un accordo di programma, tenendo dentro i vari punti che proprio l’Usb ha suggerito come fondamentali. Solo così si potrà davvero parlare di cambiamento e di prospettive. Va detto inoltre che da un  momento, come quello attuale, caratterizzato da una grandissima crisi di liquidità, potrebbero derivare conseguenze incontrollabili.

Coordinamento esecutivo Usb Taranto

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