Il DL Energia destina ad Acciaierie d’Italia 150 mln per la decarbonizzazione; si tratta di risorse provenienti dai beni sequestrati alla famiglia Riva, parte di quei famosi 575 milioni che sono stati pomo della discordia negli ultimi mesi. Inizialmente destinati alle operazioni di bonifica al di fuori del perimetro della fabbrica, sono stati poi dirottati con l’art 21 del milleproroghe su interventi invece interni allo stabilimento. Presa di posizione netta dell’Usb di Taranto, supportata nella manifestazione tenuta sotto la Prefettura, e poi in Parlamento con emendamenti soppressivi dal contenuto praticamente identico, da Pd, M5S, FI e Italia Viva.
Ora parte dei 575 mln va nella disponibilità dei commissari di Ilva: 150 mln più 20 mln che i commissari hanno chiesto per coprire eventuali costi extra.

Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto:
“Va bene la garanzia pubblica Sace, ma non siamo assolutamente d’accordo  sullo spostamento di questi fondi che devono essere utilizzati per la bonifica del territorio, e non per la decarbonizzazione, se mai si farà. E’ un nuovo tentativo di scippo. Quelle risorse devono essere utilizzate per i lavoratori ex Ilva in As, per le bonifiche o ancora per dare una boccata d’ossigeno ed un aiuto concreto a attività storiche per la città di Taranto, come quelle della pesca e della mitilicoltura che oggi sono in grande affanno.
Chiediamo alle forze politiche che fino ad oggi hanno tenuto ferma la loro posizione al nostro fianco, di continuare a farlo. Intanto se il Governo  crede così tanto nel progetto di Acciaierie d’Italia, si faccia garante e non tocchi i fondi destinati”.

 

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