Acciaierie d’Italia. Impianti pericolosi e mancanza beni di prima necessità (carta e guanti da lavoro) e DPI. Rizzo: “Qualcuno dovrà assumersi la responsabilità”
Nonostante l’incidente, fortunatamente senza conseguenze per i lavoratori, avvenuto in Afo 1 circa dieci giorni fà, Acciaierie D’Italia ha tentato di far ripartire il forno, andando incontro ancora una volta ad una anomalia nel funzionamento di una tubiera. La scorsa volta si è verificata un’esplosione della tubiera con fuoriuscita di ghisa liquida. In questo caso la particolare attenzione di un lavoratore ha portato a riconoscere sin da subito l’anomalia, e a dare quindi l’allarme, mettendo in azione il piano di emergenza, e provocando l’apertura della valvola snort e la depressione del forno. L’allarme tempestivo ha evitato l’esplosione ma non lo sversamento di materiale incandescente.
Afo 1, come molti altri impianti, è pericoloso. Le tubiere sono fortemente indebolite. A questo si aggiunge la mancanza nella fabbrica di prodotti di prima necessità come guanti, carta, tute e altri DPI, mancanza che compromette il regolare e sicuro svolgimento dell’attività lavorativa. Ancora torniamo a segnalare gli insostenibili ritardi nel pagamento delle aziende dell’appalto e dei fornitori da parte di Acciaierie D’Italia. È questa la gestione che il Governo intende portare avanti ancora?
Giovedì 23, in occasione dell’incontro previsto presso il Ministero dello Sviluppo Economico, Usb darà un ultimatum. Tempi certi e passi decisi nella direzione della messa in sicurezza della fabbrica e della garanzia del reddito: continua ad essere questa la nostra richiesta, passaggio obbligato per evitare che si porti a termine quello che sta già in parte accadendo: la dismissione della fabbrica sulle spalle dei lavoratori. La presenza al Mise degli Enti Locali è occasione per ribadire che va intrapresa senza ulteriori indugi la strada dell’Accordo di programma.
Franco Rizzo Coordinatore provinciale Usb Taranto

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