Il Giudice del Tribunale di Taranto Miriam Fanelli ha emesso sentenza, accogliendo la richiesta presentata dall’avvocato Mario Soggia, ufficio legale Usb Taranto, con cui gli eredi chiedevano il risarcimento dei danni subiti dai congiunto scomparso. Riconosciuto con la stessa sentenza, lo status di “vittima del dovere”.  Uno  status che nasce con riferimento alle vittime del terrorismo,  ora esteso anche alle vittime del dovere. 
 
Si tratta  di un ex operaio dell’Arsenale di Taranto esposto per 40 lunghi anni alla fibra dell’amianto, presente nell’opificio militare, e che per questo ha sviluppato il mesotelioma pleurico, che lo ha condotto alla morte. Ora il Ministero della Difesa dovrà versare 350mila euro come risarcimento agli eredi che in più riceveranno, a titolo di indennizzo, 1.900 euro mensili a vita, con gli arretrati a partire dal 2015, data della morte della vittima.
 
La sentenza  ha verificato il nesso di causalità tra il contatto con la sostanza pericolosissima, perpetrato per un periodo molto lungo sul luogo di lavoro, e la malattia che ha causato il decesso. Fondamentali le testimonianze raccolte dall’avvocato Soggia che hanno fugato i dubbi sul fatto che l’attività lavorativa dell’operaio, veniva portata avanti in ambienti in cui era presente, e anche in maniera importante, l’amianto. Il tutto senza dispositivi di protezione e in locali privi di aerazione. 
 
 
Avvocato Mario Soggia: “Se da un lato le sentenze di questa portata generano soddisfazione professionale, dall’altro i familiari vivono sicuramente  un pizzico di gioia perché giustizia è stata fatta, ma al tempo stesso una grande rabbia, perché è stato accertato che se fossero state attuate le norme sulla sicurezza sul lavoro, le cose sarebbero andate diversamente. Ciò è alla base della nostra piena consapevolezza del fatto che molta è la strada ancora da fare per cercare di dare le giuste risposte e soprattutto gli indispensabili strumenti perché ci sia una importante protezione dei lavoratori dalle sostanze nocive presenti nei luoghi di lavoro, nel caso specifico dall’amianto”.

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